Giuseppe Marotta, un top player dietro la scrivania

8 ottobre 2021

Eliminazione dalla scorsa Champions League e pochi mesi dopo lo scudetto, questo è stato il primo argomento affrontato da Marotta: “Uscire dalla coppa più importante non è stato affatto semplice, però ci siamo subito concentrati sul campionato senza fare troppi drammi. I risultati, credo, si siano visti e la felicità dei nostri tifosi ci ha ripagato al massimo, vederli gioire in migliaia in Piazza Duomo è stato impagabile”. Non è bastato però chiudere al primo posto per trascorrere un’estate tranquilla: “L’addio di Antonio Conte è stato improvviso e nessuno se lo aspettava, è stato un vero e proprio condottiero e non potevamo che rispettare la sua scelta. Insieme a Piero Ausilio stiamo stati bravi e tempestivi a scegliere Simone Inzaghi che era ad un passo dal firmare il rinnovo con la Lazio, volevamo qualcuno che seguisse la strada tracciata dallo stesso Conte e sono convinto che abbiamo fatto la scelta giusta”. Dopo il tecnico è arrivato il momento del malore di Christian Ericksen durante gli Europei: “Uno shock tremendo, davanti alla televisione non riuscivo a capacitarmi di quanto fosse successo - ha commentato l’amministratore delegato.

La cosa più importante è che ora il ragazzo sta bene e può condurre una vita senza alcun problema, per quanto concerne invece il calcio giocato bisognerà aspettare tutte le varie e approfondite valutazioni mediche. Però, ripeto, considerato quello che è accaduto dobbiamo tutti essere già felici così”. E’ poi arrivato l’addio di Romelu Lukaku: “L’attaccante ha manifestato il suo interesse ad accasarsi al Chelsea, non mi sono sentito tradito né sconvolto. Avevamo una lista di nomi da scegliere e quello di Edin Dzeko era il primo, ci sarebbe piaciuto arrivare anche a Dusan Vlahovic che però ritengo un gran talento e non ancora un campione, il suo prezzo era troppo elevato”. Sulla chiusura dell’ultimo bilancio dell’Inter a meno 245 milioni di euro l’ad è stato molto netto: “La pandemia di Covid - 19 ha accentuato una situazione di sofferenza che comunque era già in atto. Non si può più pensare di dipendere da quei presidenti mecenati che aprono il portafoglio per ripianare i debiti, è necessario valorizzare le risorse e contenere i costi. In ogni caso i tifosi nerazzurri possono stare tranquilli, il club esisterà sempre e rimarrà competitivo. Non sempre chi più spende vince. Il prossimo obiettivo sarò il rinnovo di Nicolò Barella che vedo bene anche come prossimo capitano dopo Samir Handandovic ”.

Marotta continua a vedere le solite note come favorite per la vittoria dello scudetto: “L’abitudine a stare in alto è un qualcosa in cui credo fermamente, ecco perché temo innanzitutto Milan e Juventus nonostante il Napoli stia facendo benissimo”. C’è stato anche il tempo di chiedere al dirigente originario di Varese qual è stato il più grande rimpianto tra le tantissime operazioni di mercato concluse: “Anni fa potevamo portare Erling Haland alla Juventus per due milioni. Purtroppo così non è stato, difficile vederlo in Italia nel futuro prossimo. Ora il nostro campionato è di passaggio, le cifre che possono spendere diversi club all’estero non sono pareggiabili”. (s.f.)