Le “Charlie’s Angels” e quella finale che le ha coinvolte tutte, nel bene e nel male

Dalla più medagliata nella storia dell’atletica paralimpica alla giovane che ha appena cominciato (a vincere), passando per l’auto-definita “faccia di bronzo olimpico”. E per quella finale a Parigi che le ha viste tutte e tre “in prima linea” per decine di metri, ma non al traguardo. Nell’ordine, Caironi, Sabatini e Contrafatto, che, guidate dal volto italiano del giornalismo sportivo paralimpico, Claudio Arrigoni, si aprono su Parigi con il pubblico che non poteva chiedere di più da un evento di punta del Festival dello Sport.

Nella foto: Claudio Arrigoni; Martina Caironi; Monica Contrafatto; Ambra Sabatini;

13 ottobre 2024

Arrigoni apre ricordandoci qualcosa di importante: “Anche se a volte lo sembrano, gli atleti non sono super uomini o super donne, sono uomini e donne. E quindi, come tutti noi, hanno momenti belli e meno belli”. Non è banale, soprattutto quando si parla di tre atlete salite su uno o più podi a cinque cerchi. La finale femminile dei 100 metri paralimpici ha rappresentato entrambi i momenti citati dal giornalista. Per Martina Caironi, è stata un altro oro, ma anche l’ultima Olimpiade (“da atleta, si intende” sottolinea la lombarda classe ‘89). Per Monica Contrafatto e Ambra Sabatini, è stata quell’incidente che ha fatto il giro del mondo e che le ha viste entrambe cadere a terra a una manciata di centimetri dal traguardo. La Contrafatto, grazie a un ricorso è riuscita a salire sul podio olimpico con un bronzo ex aequo. La Sabatini, invece, è rimasta a terra. Questa volta.

Le tre ragazze, infatti, un podio olimpico l’hanno condiviso. A Tokio 2020, la Sabatini ha vinto l’oro alla sua prima olimpiade e ha ricevuto - con i gesti simbolici che ricordiamo con commozione - la corona dalla regina dell’atletica paralimpica Caironi, per la prima volta seconda. E la Contrafatto, sempre bronzo. Un podio tutto italiano che ha fatto la storia dello sport nostrano. Purtroppo, con pochissimo pubblico, al contrario di Parigi, che ha visto una partecipazione che la veterana Caironi non aveva mai visto a delle paralimpiadi: “Noi atleti traiamo energia dal pubblico quindi per me è stata la cosa più bella di queste mie ultime Olimpiadi, insieme all’indimenticabile pranzo con il presidente Mattarella!”.

Nel corso dell’evento, Martina Caironi menziona più volte “la sua ultima Olimpiade”. Eppure, in un momento di candore, chiede al pubblico (ma forse più a se stessa): “Come si fa, dopo tutto questo, ad appendere le scarpe al chiodo?”. Anche Contraffatto, come la collega, parla con incertezza e dispiacere di “fine carriera”, ma lo fa con la sua caratteristica ironia: “Ho una certa età ormai... Però voglio continuare. Però voglio anche lasciare. Insomma, probabilmente mi vedrete a Los Angeles”.

Questi pensieri sono ancora lontani per Ambra Sabatini, classe 2002 e un sorriso che fortunatamente si è riacceso, dopo le lacrime sulla pista di Parigi. “Ci sono state una serie di sfortune, a partire da un infortunio e un problema alla protesi a ridosso delle gare, che col senno di poi mi fanno pensare che fosse destino. Ma sono felice di avere ancora dei bellissimi obiettivi agonistici che non vedo l’ora di affrontare e per cui voglio sentire di poter ricominciare da capo. In parte, è letteralmente così: vorrei competere anche nel salto in lungo, come Martina. E per quanto riguarda i 100 metri, vorrei cercare di riportare i miei tempi sotto i 14 secondi. Il tutto, guardando sempre a Martina e Monica e a dove sono arrivate”.

Nella foto: Martina Caironi

@ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT

Nella foto: Ambra Sabatini

@ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT

Nella foto: Monica Contrafatto

@ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT

Nella foto: Martina Caironi; Monica Contrafatto; Ambra Sabatini;

@ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT